9 gennaio 2017

STEP 25: THE END

Questo è l'ultimo post del mio blog, atto conclusivo (o, paradossalmente, punto di partenza) di un viaggio che mi ha permesso di conoscere meglio gli aspetti di un colore a me prima semi-sconosciuto.
Ho iniziato a fare ricerche, ovviamente partendo dal basso, dalla semplice e nobile Wikipedia (STEP 01).
Quello è stato solo il primo passo; do un'occhiata alla codifica, l’RGB parla chiaro: totale assenza di rosso, mentre blu e verde sono al massimo della propria intensità (STEP 03).
Mi accorgo poi di come in Europa il termine ciano non si discosti molto dall’italiano (STEP 02).
In effetti, esso deriva dal greco κύανoς che significa blu scuro; Per par condicio, anche il mondo romano ha la propria rivendicazione di ciano, attraverso il mito della dea Flora (STEP 04), da cui deriva il nome scientifico del fiordaliso. Fiordaliso che è anche fonte di ispirazione per la word cloud dello STEP 24, importante crocevia riassuntivo dell’intero blog assieme all’abbecedario dello STEP 09.
Da qui, progredendo in modo cronologico, e giungendo al Seicento, altre presenze del colore ciano si hanno per la cupola della Madrasa di Tilla Kari situata a Samarcanda nell’odierno Uzbekistan (STEP 22.1) e in alcune credenze scaramantiche popolari in Francia ed Inghilterra (STEP 08).
Nel secolo successivo, una voce riguardante il κύανoς è presente in “A Greek-English Lexicon” di Liddell e Scott (STEP 11).
Un altro documento, un trattato di architettura dell’Ottocento intitolato "Tiryns: The Prehistoric Palace of the Kings of Tiryns" di Schliemann, parla di un particolare “fregio-ciano” (STEP 22.2).
Nello stesso periodo vivono anche due importanti personaggi: Vincent Van Gogh, che nel 1889 realizza il famoso dipinto “Notte Stellata” (STEP 18) e William Crespinel (STEP 21), inventore di un rivoluzionario sistema cinematografico bipack, il Cinecolor (STEP 07).
Il quadro dell’artista belga suscita sensazioni affascinanti nell’occhio di chi guarda; ma la vista non è l’unico mezzo di percezione del colore, come testimonia lo STEP 19
Spaziando dall’astronomia alla medicina, il CIANO ha anche un rilievo in ambito scientifico (STEP 06); tuttavia il campo dello scibile in cui esso è più famoso è la chimica, per via del gruppo funzionale organico a cui dà il nome (STEP 14).
Un altro campo di spicco in cui il ciano è in grado di ritagliarsi un certo spazio è la stampa, con un pigmento particolare che è alla base del metodo “Inkjet” ed il cui brevetto è presentato nello STEP 17.
Si è giunti quasi ai giorni nostri: è il 1956 quando la Fiat produce un manifesto pubblicitario color ciano per il neonato modello della Seicento decappottabile (STEP 15).
Trovata che risulta efficace... E perchè non godersi l’estate con il vento in faccia a bordo della propria nuova auto, magari concedendosi una sosta e gustando un ottimo e fresco gelato alla menta? (STEP 12).
Nel nuovo millennio, i colori diventano una delle principali attrazioni di pubblico da parte di brand ambiziosi che commercializzano nuovi prodotti: tra questi, il ciano viene utilizzato nella moda da Chanel (STEP 20),
nel design per oggetti di futile utilità (STEP 16), nei fumetti con personaggi che personificano il colore stesso (STEP 13) e in ambito musicale dal gruppo inglese dei Kindness (STEP 05).
Non può certamente mancare all’appello la tecnologia, vero cardine della società che guarda al futuro: dal 2009 la Cyanogen Inc. lavora allo sviluppo di un nuovo firmware per dispositivi Android (STEP 10).
Concludo questo viaggio con la notizia che più di tutte mi ha lasciato sorpreso e che riguarda i due colori che uniti danno vita al ciano, il verde e il blu: la scoperta che nel mondo esistano popoli che non hanno una distinzione netta tra le due tonalità nel proprio linguaggio: sono i popoli delle lingue “grue”, quelli che ai semafori aspettano che scatti il blu, invece che il verde! (STEP 23)


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