Questo è l'ultimo post del mio blog, atto conclusivo (o, paradossalmente, punto di partenza) di
un viaggio che mi ha permesso di conoscere meglio gli aspetti di un colore a me
prima semi-sconosciuto.
Ho iniziato a fare ricerche, ovviamente partendo dal basso,
dalla semplice e nobile Wikipedia (STEP 01).
Quello è stato solo il primo passo; do un'occhiata alla
codifica, l’RGB parla chiaro: totale assenza di rosso, mentre blu e verde sono
al massimo della propria intensità (STEP 03).
Mi accorgo poi di come in Europa il termine ciano
non si discosti molto dall’italiano (STEP 02).
In effetti, esso deriva dal greco κύανoς che significa
blu scuro; Per par condicio, anche il mondo romano ha la propria rivendicazione
di ciano, attraverso il mito della dea Flora (STEP 04), da cui deriva il
nome scientifico del fiordaliso. Fiordaliso che è anche fonte di ispirazione
per la word cloud dello STEP 24, importante crocevia riassuntivo dell’intero
blog assieme all’abbecedario dello STEP 09.
Da qui, progredendo in modo cronologico, e giungendo al
Seicento, altre presenze del colore ciano si hanno per la cupola della
Madrasa di Tilla Kari situata a Samarcanda nell’odierno Uzbekistan (STEP 22.1)
e in alcune credenze scaramantiche popolari in Francia ed Inghilterra (STEP 08).
Nel secolo successivo, una voce riguardante il κύανoς è
presente in “A Greek-English Lexicon” di Liddell e Scott (STEP 11).
Un altro documento, un trattato di architettura dell’Ottocento
intitolato "Tiryns: The Prehistoric Palace of the Kings of Tiryns" di
Schliemann, parla di un particolare “fregio-ciano” (STEP 22.2).
Nello stesso periodo vivono anche due importanti
personaggi: Vincent Van Gogh, che nel 1889 realizza il famoso dipinto “Notte
Stellata” (STEP 18) e William Crespinel (STEP 21), inventore di un
rivoluzionario sistema cinematografico bipack, il Cinecolor (STEP 07).
Il quadro dell’artista belga suscita sensazioni
affascinanti nell’occhio di chi guarda; ma la vista non è l’unico mezzo di
percezione del colore, come testimonia lo STEP 19…
Spaziando dall’astronomia alla medicina, il CIANO ha
anche un rilievo in ambito scientifico (STEP 06); tuttavia il campo dello
scibile in cui esso è più famoso è la chimica, per via del gruppo funzionale
organico a cui dà il nome (STEP 14).
Un altro campo di spicco in cui il ciano è in
grado di ritagliarsi un certo spazio è la stampa, con un pigmento particolare
che è alla base del metodo “Inkjet” ed il cui brevetto è presentato nello STEP 17.
Si è giunti quasi ai giorni nostri: è il 1956 quando la
Fiat produce un manifesto pubblicitario color ciano per il neonato modello
della Seicento decappottabile (STEP 15).
Trovata che risulta efficace... E perchè non godersi l’estate
con il vento in faccia a bordo della propria nuova auto, magari concedendosi una
sosta e gustando un ottimo e fresco gelato alla menta? (STEP 12).
Nel nuovo millennio, i colori diventano una delle
principali attrazioni di pubblico da parte di brand ambiziosi che
commercializzano nuovi prodotti: tra questi, il ciano viene utilizzato
nella moda da Chanel (STEP 20),
nel design per oggetti di futile utilità (STEP 16), nei
fumetti con personaggi che personificano il colore stesso (STEP 13) e in ambito
musicale dal gruppo inglese dei Kindness (STEP 05).
Non può certamente mancare all’appello la tecnologia,
vero cardine della società che guarda al futuro: dal 2009 la Cyanogen Inc. lavora allo
sviluppo di un nuovo firmware per dispositivi Android (STEP 10).
Concludo questo viaggio con la
notizia che più di tutte mi ha lasciato sorpreso e che riguarda i due colori che uniti danno vita al ciano, il verde e il blu: la scoperta che nel mondo
esistano popoli che non hanno una distinzione netta tra le due tonalità nel proprio
linguaggio: sono i popoli delle lingue “grue”, quelli che ai semafori aspettano
che scatti il blu, invece che il verde! (STEP 23)